venerdì 6 luglio 2007

Latenza e Cambiamento

Nei processi di cambiamento (o resistenza al cambiamento) ci sono intervalli di tempo che hanno differente valenza.
Nel grafico (cliccalo per ingrandire) che segue voglio mettere in evidenza due intervalli che ho chiamato tempo di latenza e tempo del cambiamento.
Meglio però partire dall'inizio.
Considero il punto di partenza quello in cui il board avverte la necessità di strutturare i suoi servizi IT. E' il tempo in cui si avverte che non basta un bravo tecnico sistemista o un ottimo programmatore, allora si ingaggia qualcuno che abbia una visuale più ampia, in grado di seguire una strategia.
Per iniziare (1) gli si chiedono risultati veloci, per dare e ricevere un segnale, adeguare gli aspetti carenti che intralciano addirittura lo svolgimento dei processi fondamentali del business.
Coì si arriva al punto (2) critico. Il CIO, che naturalmente guarda oltre (si spera), invece di buttarsi su una soluzione, apre scenari in cui si evidenziano contraddizioni organizzative, e per ogni possibile strada percorribile identifica i rischi del cambiamento, i fattori critici del successo, i costi nascosti nei progetti e così via.
Subentra qui il primo periodo che voglio mettere in evidenza. Il tempo della latenza.
Non è un tempo "stabile" perchè l'indecisione fa perdere parte dei benefici già ottenuti.
Che debba essere reso minimo è evidente perchè, non solo è improduttivo ma è anche recessivo. E più lungo è, più la paura del cambiamento paralizza le decisioni. Più lungo è più si insinuano sfiducie che possono minare la crescita.
Molto dipende dalla "qualità" del rapporto che si è instaurata fra Board e CIO, e qui dentro, naturalmente, ci stanno tutte le possibili sfumature, possibilità, colpe.

Naturalmente siamo ottimisti. La decisione viene presa e segue un intervallo di tempo relativo alla progettualità (3). Anche se non ci sono ancora risultati, si può dire che il declino dell'inerzia viena compensato dalla spinta "ideale" e dalle aspettative.
Quando poi il progetto si avvia, ecco la sorpresa (4). Ci si è sforzati di gestire il cambiamento eppure, nel complesso, si avverte che i benefici sono in calo. Mille difficoltà non previste si frappongono impedendo di sfruttare il sistema sviluppato. E' una fase transitoria, delicata, ma destinata a fare strada al tempo del cambiamento (5), quello che farà cogliere i frutti maturi (6).
La durata di questo intervallo di tempo è molto variabile ed altrettanto variabile la "quantità" di beneficio ottenibile.
Ciò che mi sento di dire è che la pendenza della retta non deve essere troppo accentuata, perchè significherebbe: cambiamento brusco, e neppure troppo piatta perchè vorrebbe dire: illusione di cambiamento.
Naturalmente al termine del ciclo, pronti a ricominciare da capo.